Pittura pranica

Pranic painting: painting that "heals"


ACTS ON JOINT PAIN, ARTHRITIS, RHEUMATISM, STRESS, HEADACHES AND OTHER SYMPTOMS, ESPECIALLY IF THEY ARE LINKED TO PAIN


ACTS ON ARTICULAR PAIN, ARTHRITIS, RHEUMATISMS, STRESS, HEADS AND OTHER SYMPTOMATIC DISEASES, ESPECIALLY IF THEY ARE RELATED TO PAIN

I created pranic painting twenty years ago, although now many boast the birthright, both nationally and internationally. They were so many years that I painted and sculpted and over time I realized on some occasions that some people told me they felt better after seeing my works; it happened especially with those who suffered from anxiety and stress or joint pain. But then my thoughts on these effects had not yet materialized in the pictorial elaboration.

Later I began to meditate on those effects and tried to consciously discharge the energy onto the paintings, using colors and brushstrokes that I thought could be suitable. I had read about Stendhal syndrome and thought the principle could be similar; if a work of art can cause such strong effects, then why not try to do it also with my works, especially on people who suffer like me from anxious or depressive pathologies that involve other implications such as migraines and stress-related problems?


Thus pranic-therapeutic painting was born.


One of my paintings dated 1996, the first of its kind, I exhibited at the Cesare Zavattini Museum in Luzzara and there I did the first experiment. The work is a self-portrait in which I depict myself on a horse and with flaming hands, titled her “Pranic knight” and is still in the museum. Later, still in that place, I did other experiments and noticed the effects on many observers, in some cases surprising. Many claimed not only to feel better, more relaxed, but also to experience relief from joint pain, the effects were immediate.


I tried to repeat the experiment of the pranic session also in other places such as at the Circolo Dozza dell'ATC and with the Adriatic coop in the Borgo Panigale hypercoop where the then director Marina Molinari specially set up a room taking up the colors of my paintings. The effects have always been very evident but often even those who benefit from it think about randomness and are afraid to pass for suggestibility.


I want to clarify that with this type of art we do not want to replace the official medicine, we miss it, but we try to help alleviate the psychophysical pain by providing a new approach to the vision of the work of art.


In my "Casa Museo" in Casa Trogoni di Granaglione, I set up a room filling it exclusively with pranic-therapeutic works. The house is a stone building that I renovated a few years ago and the village of Casa Trogoni, abandoned by the residents since the 1960s, is located on the border between Emilia-Romagna and Tuscany, at 1050 meters above sea level and about an hour from Bologna and Florence. The road to reach it is impervious, but the place is enchanting with a breathtaking view and centuries-old chestnut trees that the mountain people used to produce flour. It is the right place for those who want to regenerate themselves and my works could not find a more suitable location.


Carlo Soricelli

Sedura pranica al Museo Zavattini nel 1996 con l'opera "Cavaliere pranico"

Sedura pranica al Museo Zavattini nel 1996 con l'opera "Cavaliere pranico"

Pittura pranica

Ho creato la pittura pranica a metà degli anni novanta, anche se ora in tanti ne vantano la primogenitura, sia a livello nazionale che internazionale. Erano altrettanti anni che dipingevo e scolpivo e nel corso del tempo mi ero accorto in varie occasioni che alcune persone mi dicevano di sentirsi meglio dopo aver visto le mie opere; capitava soprattutto con chi soffriva di ansia e stress o dolori articolari. Ma allora i miei pensieri su questi effetti non si erano ancora concretizzati nell’elaborazione pittorica. In seguito cominciai a meditare su quegli effetti e provai a scaricare consapevolmente l’energia sui dipinti, utilizzando colori e pennellate che a mio parere potevano essere adatti. Avevo letto della sindrome di Stendhal e pensavo che il principio potesse essere simile; se un’opera d’arte può provocare effetti così forti, allora perché non provare a farlo anche con le mie opere, soprattutto su persone che soffrono come me di patologie ansiose o depressive che comportano altre implicazioni quali emicranie e problemi legati allo stress? Nacque così la pittura pranica. Un mio quadro datato 1996, il primo del genere, lo esposi al Museo Cesare Zavattini di Luzzara e lì feci il primo esperimento. L’opera è un autoritratto in cui mi raffiguro su un cavallo e con mani fiammeggianti, la intitolai “Cavaliere pranico” e si trova ancora al museo. In seguito, sempre in quella sede, feci altri esperimenti e sedute con 50 persone: constatai effetti su molti osservatori, in alcuni casi sorprendenti. Molti dichiaravano non solo di sentirsi meglio, più rilassati, ma anche di provare sollievo da dolori articolari, gli effetti erano immediati. Provai a ripetere l’esperimento della seduta pranica anche in altre sedi come al Circolo Dozza dell’Atc e con la coop Adriatica nell’ipercoop di Borgo Panigale dove l’allora direttrice Marina Molinari allestì appositamente una stanza riprendendo i colori dei miei quadri. Gli effetti sono stati sempre molto evidenti ma spesso anche chi ne beneficia pensa alla casualità e ha timore di passare per suggestionabile. Tengo a precisare che con questo tipo di arte non ci si vuole sostituire alla medicina ufficiale, ci mancherebbe, ma si tenta di contribuire ad alleviare il dolore psicofisico fornendo un nuovo approccio alla visione dell’opera d’arte. Nella mia “Casa Museo” in località Casa Trogoni di Granaglione, ho allestito una stanza riempiendola esclusivamente con opere pranico-terapeutiche. La casa è una costruzione in sasso che ho ristrutturato un po’ di anni fa e il paese di Casa Trogoni, abbandonato dai residenti a partire dagli anni Sessanta, si trova al confine tra Emilia-Romagna e Toscana, a 1050 mt di altitudine e a circa un’ora da Bologna e Firenze. La strada per raggiungerlo è impervia, ma il luogo è incantevole con un panorama mozzafiato e castagni secolari che i montanari utilizzavano per produrre la farina. E’ il luogo adatto per chi si vuole rigenerare e le mie opere non potevano trovare collocazione più adeguata. Carlo Soricelli

Cristo Pranico

Cristo Pranico
Cristo pranico

Omaggio pranico a Beethoven nel 250esimo della sua nascita, ho voluto ritrarlo giovane, come un an

Omaggio pranico a Beethoven nel 250esimo della sua nascita, ho voluto ritrarlo giovane, come un an
Omaggio prannico a Beethoven nel 250esimo della sua nascita, ho voluto ritrarlo giovane, come un angelo che ha portato la musica sulla terra

Cavaliere pranico

Cavaliere pranico
Il primo esperimento di "autoguarigione pranica" al Museo Zavattini nel 1996. La prima opera creata al mondo di pittura pranica di proprietà del Museo Zavattini

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1997 Lucio dalla canta e suona per i poveri al pranzo della Befana da Napoleone

1997 Lucio dalla canta e suona per i poveri al pranzo della Befana da Napoleone
1997 Lucio Dalla canta e suona per i poveri al pranzo della Befana da Napoleone

Nevicata pranica a Casa Trogoni

Nevicata pranica a Casa Trogoni
Nevicata pranica a Casa Trogoni

Francesco Martani

Francesco Martani
Il visionario medico e artista Francesco Martani (nella foto con il mio catalogo di pittura pranica) che ha creato il bellissimo Museo d'Arte Moderna Cà Ghironda, da medico apprezzava e riconosceva come terapeutica questa pittura particolare

Magico notturno pranico

Magico notturno pranico
Magico notturno pranico

Obama Pranico

Obama Pranico
Obama pranico

Notturno pranico

Notturno pranico
notturno pranico

La Pittura Pranica –

Luca Visconti psicoterapeuta

Specializzato nell’istituto di Analisi Immaginativa di Cremona, da anni mi occupo di Training Autogeno, per usare le parole dell’autore Schultz “un metodo di autodistensione psichica che consente di modificare situazioni psichiche e somatiche”, ovvero una tecnica di rilassamento che fornisce strumenti validi per fronteggiare i problemi di ansia attraverso un allenamento costante.

La parola “Autogeno” significa “che si genera da sé”, principio alla base di questa psicoterapia, che presuppone infatti un atteggiamento di auto-osservazione passiva, a differenza di quanto avviene nelle tecniche auto ed etero ipnotiche attivamente indotte dal soggetto o dal terapeuta.

Entrando più nello specifico della tecnica utilizzata da Soricelli, a mio avviso occorre tenere in considerazione diversi aspetti che possono favorirne la riuscita e che sono presenti anche in alcune tecniche ipnotiche.

· Innanzitutto è innegabile l’importanza del consenso dei soggetti per la realizzazione dell’esperienza: laddove anche le tecniche cosiddette etero-ipnotiche non sono possibili se non incontrano la volontà dei soggetti partecipanti, possiamo considerare altrettanto importante la predisposizione psicologica all’utilizzo della pittura pranica, ovvero a sottoporsi ad una seduta;

· Tali tecniche sono maggiormente efficaci quando i soggetti sono sufficientemente autonomi dal punto di vista psicologico; sono pertanto da escludere persone che hanno disturbi mentali gravi o che hanno strutture di personalità dipendenti;

· L’atteggiamento del corpo deve portare ad una modificazione del tono muscolare e della funzionalità sensoriale, al fine di favorire la concentrazione;

· La concentrazione interiore può essere facilitata attraverso la concentrazione su stimoli esterni: in questo caso il fissare la propria attenzione su un punto specifico del quadro può avere il medesimo effetto.

Tutti noi sperimentiamo il restringimento della coscienza in determinate occasioni, il “perderci in qualcosa”, ad esempio quando ascoltiamo una canzone.

Fare una intensa esperienza di raccoglimento interiore porta ad un restringimento del campo della coscienza, come accade nell’auto-osservazione di stati di abbandono interiore, di discesa dentro di Sé, dove, similmente a quello che accade nel sonno, alcune esperienze possono raggiungere l’intensità di una realtà evidente.

Esistono comunque ulteriori elementi altrettanto importanti da tenere in considerazione, in primo luogo l’importanza del contesto.

Perché è così importante l’atmosfera di silenzio assoluto, tenere le luci abbassate? E’ stato verificato che i soggetti sordomuti presentano dei periodi di sonno e riposo assoluto molto più lunghi rispetto alle persone che non hanno le stesse problematiche.

Allo stesso modo tenere gli occhi chiusi è utile per attenuare l’influenza della stimolazione di origine ottica e favorire la concentrazione e il raccoglimento interiore di cui sopra.

La tecnica ideata dal pittore prevede successivamente alla fissazione di un punto specifico del quadro da parte della persona l’immaginarsi l’energia che comincia a scorrere da quel preciso punto e arriva a colpire la parte del corpo desiderata, quindi sede di un dolore specifico, o, in caso di problemi di stress o ansia, la mente.

Interessante il punto di partenza, ovvero che ogni persona sceglie il proprio specifico punto dal quale si sente “attratto”, ma la domanda che dobbiamo porci è in realtà un’altra: possono un’immagine o un pensiero determinare manifestazioni reali potenziali o immediate?

La risposta non può che essere affermativa e tali manifestazioni possono essere molto evidenti.

Ancora una volta, prendendo ad esempio il Training Autogeno, in particolare l’ultimo esercizio, quello del “fresco alla fronte”, nel quale si va a stimolare una sensazione di fresco alla fronte utilizzando una rappresentazione mentale, ovvero un’immagine, vediamo che, similmente alle esperienze di ipnosi, una intensa rappresentazione di modificazioni termiche può portare a reali modificazioni della temperatura somatica, in questo caso dovute a reazioni vasomotorie.

Numerosi autori hanno verificato che l’immagine di un cambiamento nel proprio corpo provoca costantemente sensazioni che hanno molta pertinenza con ciò che ci si rappresenta.

Persone a cui sono state indotte sensazioni di avere una mano due volte più grande dell’altra effettivamente ne hanno avuto la percezione.

In sintesi, partendo dalla premessa di un soggetto o di soggetti psicologicamente predisposti a partecipare ad una seduta di pittura pranica e creando il giusto contesto che comprende anche le variabili ambientali e una atmosfera di condivisione gruppale,

possiamo presumere che, successivamente all’induzione di uno stato di rilassamento, sia possibile che da un punto preciso del quadro, scelto dal soggetto stesso, si crei un’immagine che riesca a modificare, in qualche modo, il suo corpo, nello specifico a trasformare ciò che crea uno stato di sofferenza.

E’ chiaro che tale tecnica non può risultare efficace per tutte le persone che vi si sottopongono, in quanto entrano in gioco variabili psicologiche e di personalità altamente soggettive, non ultima anche una particolare predisposizione all’utilizzo di tecniche che prevedono la suggestione.

I colori dei quadri hanno la loro importanza nella creazione di tale immagine etero indotta: è stato sperimentato che colori caldi come il rosso e l’arancione portano a sensazioni gradevoli di calore, mentre colori come l’azzurro liberano sensazioni di freddo.

Persone “fredde”, che vivono un congelamento interiore, possono “scongelarsi” in presenza di atmosfere rosse.

Quindi l’energia dell’immagine deriva dai quadri, dall’induzione verbale o dalla persona stessa?

Mi piace pensare che l’energia dei quadri sia in realtà un riflesso della nostra energia interiore: i quadri fungerebbero quindi da stimolo, più o meno forte, di attivazione “guidata” di tali energie.

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I COLORI, LE IMMAGINI, I SUONI, LO SPAZIO E IL TEMPO CHE PERCEPIAMO SONO EFFETTI DELLA NOSTRA MENTE E DELL'AMBIENTE IN CUI VIVIAMO. SE POTESSIMO LIBERARCI DA QUESTI CONDIZIONAMENTI SCOPRIREMMO I MISTERI DELLA NATURA, DELLO SPAZIO INFINITO E DEL TEMPO CHE NON HA TEMPO. E DELL'ENERGIA CHE NON VEDIAMO

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martedì 7 gennaio 2014

Venezia pranica

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